Natrix Maenas & Amelete dell'Oblio - Marila Scartozzi - IHAVEAVOICE

natrix maenas - marila scartozzi

Inchiostro su tela
122 x 87 cm, 2021

amelete dell'oblio - marila scartozzi

Tecnica mista su telA
100 x 100 cm, 2021

L'ARTISTA

Marila Scartozzi

Marila Scartozzi, nata a San Benedetto del Tronto nel 1999, dopo una formazione classica si è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha partecipato ad esposizioni collettive nelle Marche, a Genova, a Vicenza e a Venezia, città dove attualmente vive e lavora. Ha partecipato, tra le altre, alla mostra ”Sogno e Viaggio” presso la D’E.M. Venice Art Gallery nel 2021, vincendone il concorso.

PER INFORMAZIONI SULL'ACQUISTO DELLE OPERE

L'opera

La propria identità, momenti di solitudine e fragilità, innalzati a punti chiave dell’esistenza.
Si narra la condizione umana a partire da momenti ordinari. Le figure rappresentate sono pregne di rimandi alla mitologia classica, spesso sole, dalla gestualità ambigua, assorbite dal bianco della tela e colte in gesti di abbandono e raccoglimento. L’essenzialità, il bianco come purezza e vuoto che genera ricchezza di possibilità, si combina ad un’attenta analisi del corpo, indagato negli aspetti meno patinati. L’inserimento di elementi onirici immerge la narrazione in una dimensione di ambiguità tra sogno ed incubo, melanconia e sensualità, morbidezza e immobilità. Il volto è spesso nascosto per generare ambiguità e mistero, lasciando rifettere sulla diferenza che esiste tra corpi disuguali. La tecnica corrisponde a tale narrazione contenutistica: la stratificazione di colori e forme, partendo dalla stesura di inchiostro molto diluito, costituisce la fase predominante del lavoro dell’artista.
La casualità e il margine di errore del colore diluito è parte integrante del processo, generando mistero e inquietudine, prolungando l’osservazione dello spettatore alla ricerca della figura, nascosta e non immediatamente identificabile. La rappresentazione del corpo femminile si pone come elemento essenziale, che viene concepito come condensato di esperienze personali. Le fisicità naturali vengono rivalutate e messe in luce per la loro capacità di dare una visione problematica di traumi universali del vissuto femminile. La rappresentazione dell’imperfezione, della cicatrice e del trauma risulta un mezzo potente per muoversi verso una maggiore emancipazione da stereotipi e oggettifcazione femminile.