le statue di donne sessualizzate sono sbagliate. Ecco il perché in quattro motivi.
Ieri abbiamo lanciato la petizione per rimuovere alcune delle tantissime statue di donne sessualizzate presenti dei Comuni italiani.
Come c’era da aspettarsi, abbiamo ricevuto tantissime critiche, che ora andremo a chiarire, punto per punto.
1. “Allora eliminiamo tutte le opere di nudo del passato!”
C’è un’enorme differenza tra opere create di recente (si tratta di statue degli ultimi anni, se non settimane) e quelle storiche. Innanzitutto il valore stesso dell’opera è diverso, inoltre il concetto di nudo assume significati diversi nei periodi storici:
- in epoca antica il nudo rappresentava un modello ideale di perfezione, infatti si ritraevano per lo più personaggi mitologici (dei, eroi, eccetera);
- le opere medievali, quasi sempre a tema sacro, usano la nudità per rappresentare il corpo di Cristo o di martiri;
- nel Rinascimento, con la riscoperta del mondo classico, torna il nudo, ma sempre per Veneri, allegorie, fauni ecc., e per il corpo del Cristo. Inoltre, scultori e pittori possono così dimostrare la propria conoscenza del corpo umano;
- dal neoclassicismo a tutti gli altri movimenti artistici, il nudo non è mai fine a sé stesso, ma manda sempre un messaggio.
In opere come la Spigolatrice, la Lavandaia, o il monumento a Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli, il nudo non ha alcun messaggio artistico: è lì solo per attizzare il maschio.
2. “Allora le statue di nudo maschile?!”
Il nudo maschile rappresenta la forza e la potenza dell’uomo, non ha nessun richiamo sessuale, non ci sono posizioni quasi sodomizzate, come la Lavandaia, e rappresenta l’autoproclamazione della mascolinità, non di certo la sua sessualizzazione.
3. “l’arte non si tocca!”
Esistono nudi che hanno un senso e non umiliano le donne e nudi che sono palesemente sessisti. Peraltro non si richiede di eliminare qualsiasi opera di nudo, ma di togliere statue che sono state criticate anche da esperti, proprio perché non hanno nessuna qualità artistica.
Per di più, sebbene alcuni nudi sessualizzati siano stati dipinti anche nel passato, in generale erano fatti per i privati, anche se noi siamo oggi abituati a vederli nei musei.
La statue pubbliche sono qualcosa di ben diverso dalla pura arte, è quello che le istituzioni decidono di rappresentare nello spazio pubblico. Non possiamo quindi applicare concetti come la libertà di espressione a queste opere, perché è semplicemente fuori contesto.
4. “Allora fate come i Talebani, coprite tutte le donne!”
Mi pare sia evidente che tra un burqa e un corpo completamente nudo ci sia una cosa meravigliosa chiamata via di mezzo. E no, non è normale rappresentare delle giornaliste morte in guerra nude, è solamente denigrante. Non esiste alcun motivo valido, se non il fatto che il nudo femminile piace agli uomini e porta avanti l’immaginario di donna come oggetto di desiderio maschile.
ASSUEFAZIONE ALLA SESSUALIZZAZIONE FEMMINILE ANCHE NELL’ARTE
La verità è che siamo talmente assuefatti alla sessualizzazione della donna che riteniamo normale questa rappresentazione. Avremmo pensato lo stesso se Indro Montanelli fosse stato rappresentato nudo? Scommetto che la sola idea vi disturba, vero?
Chissà perché, invece, Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli vanno bene così!
Lo ribadiamo: per cambiare il sessismo presente in Italia è necessario cambiare la rappresentazione che si fa delle donne, dalla televisione, ai giornali e sì, anche all’arte.
Ecco perché abbiamo lanciato la petizione per richiedere la rimozione delle statue sessualizzate, sostituendole, magari, con statue fatte da artiste donne, che esprimano l’essenza femminile dando loro dignità e rispetto.
Potete sostenere la nostra petizione condividendola e firmandola cliccando qua.
Aiutateci a sostenere questa petizione.
CRITICHE ALLE STATUE SESSISTE DA PARTE DI ESPERTI D’ARTE
Qui riportiamo degli esempi di critiche anche sulla qualità prettamente artistica di certe statue, secondo alcune storiche e critiche di arte.
Tutto qui è stereotipo. Ecco perché l’opera non funziona ed ecco perché quella nudità provoca un disagio inutile, un fastidio non interessante. Al cliché del corpo femminile sexy, per forza seduttivo, sempre a favore di telecamera, corrispondono i cliché di una pratica scultorea lontana dal coraggio di una ricerca estetica profonda, ancorata al presente e orientata al futuro.
Helga Marsala, Artribune
Violata… con un certo cattivo gusto e una qualità estetica a dir poco discutibile, riproduce la silhouette di una ragazza nuda e sofferente, vestita solo di brandelli di stoffa: la testimonianza di uno stupro, né più né meno. Un’immagine disturbante… un irrispettoso atto di violazione del paesaggio. Uno stupro, è il caso di dirlo.
Annalisa Filonzi, Artribune
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non criminalizziamo la sessualizzazione e il sesso, e il sex appeal sono cose umane appartengono a uomini e donne e sono libertà non oggettificazione ma in quelle statue specifiche sono fuori contesto, sono in contesto nelle vere opere d’arte