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Francia: Dominique Pelicot droga e fa Stuprare la moglie da 83 uomini.

Dominique Pelicot droga e fa stuprare la moglie GISELE a sua insaputa.

Gisèle, dopo essere stata drogata e fatta stuprare da sconosciuti dal marito Dominique Pelicot, entrambi di 71 anni, ha deciso di rendere la sua identità pubblica, affinché anche le identità di tutti gli stupratori venissero conosciute. Nonostante il suo enorme trauma per questi atroci stupri durati anni, lei ha dimostrato un enorme forza, per il bene di tutte le donne.

Gli atroci stupri di Dominique Pelicot

10 anni.

83 uomini.

91 stupri.


Questa è l’inquietante storia di una donna francese e del marito che organizzava i suoi stupri.

Tutto inizia a settembre 2020, quando Dominique P. era stato fermato dalla polizia per aver filmato con una piccola telecamera sotto la gonna di alcune donne al supermercato locale. La polizia gli aveva sequestrato telefono, computer e vari hard disk.

La moglie era stata chiamata al commissariato.

Cinquant’anni insieme, tre figli, si stavano godendo la pensione nella loro casa in Provenza, la donna lo aveva descritto come una brava persona e lo aveva perdonato per l’episodio del supermercato.

Nel telefono e nel computer di Dominique P. la polizia aveva trovato migliaia di scambi su una chat chiamata “A son insu”, ossia “A sua insaputa”.

La chat dello stupro

Nella chat gli uomini parlavano dei rapporti sessuali avvenuti con le loro partner a loro insaputa: ossia stupri.

Condividevano foto delle loro compagne nude, ma anche foto di donne sconosciute, fotografate sempre di nascosto, in spiaggia, in negozio o per la strada. Sempre senza il loro consenso.

Da questa chat si scopre che Dominique P. somministrava regolarmente alla moglie all’ora di cena, sbriciolato nel cibo, diverse compresse di un farmaco per l’insonnia.

Faceva poi entrare in casa gli uomini della chat con cui aveva preso accordi in precedenza e li faceva stuprare la moglie priva di sensi.

Alcuni strupri duravano fino a 6 ore di fila.

Lui filmava tutto.

In uno dei video, uno stupratore dice: «È pazzesco che non si svegli». E Dominique P. risponde: «Sono anni che me la scopo così».

I video degli stupri

Su una chiavetta USB gli investigatori hanno trovato una cartella chiamata “ABUS”, “abuso”.

Centinaia di video catalogati per data, nome dello stupratore per come compariva nella chat e numero di stupro: “ABUS/nuit du 26 mai 2020 avec MARC SODO 5e fois” o “ABUS/nuit du 09 06 2020 avec Charly 6e fois” (“ABUSO/notte del 26 maggio 2020 con MARC SODO quinta volta” o “ABUSO/notte del 09 06 2020 con Charly sesta volta”).

128 file, 92 stupri, 83 stupratori.

I file presenti in questa cartella sono 128 con 20.000 foto, secondo questi file, gli stupri che risultano essere stati commessi sulla donna sono 92. L’elenco conteneva i nomi di 83 stupratori.

Di questi la polizia ne ha identificato solo 51 uomini, tutti arrestati, processati per stupro aggravato che in Francia è punito con vent’anni di prigione.

Tuttavia ancora 32 strupratori non sono stati identificati e sono a piede libero. Non solo, questo è quello raccolto dal 2011, fino all’inizio delle indagini, circa dieci anni, ma chissà cosa faceva anche prima, che però non è stato registrato e quindi non si saprà mai.

Le malattie di gisele

Tutti i farmaci, gli stupri di gruppo, ecc., hanno causato gravi danni anche alla salute psico-fisica di Gisele.

Gli incubi notturni, i frequenti momenti di vuoto, la stanchezza cronica di cui aveva parlato più volte ai figli e al suo medico di base. E i forti dolori ginecologici tanto da arrivare ad una grave infiammazione della cervice.

Inoltre, Giséle soffriva spesso di perdita di memoria, causata dalla massiccia dose di farmaci, tanto che credevano che soffrisse di Alzaimer.

Le visite mediche dopo la scoperta le hanno trovato quattro differenti malattie sessualmente trasmissibili: Dominique P. diceva agli stupratori che potevano non usare il preservativo.

L’assunzione prolungata di farmaci e l’esposizione alle malattie sessualmente trasmissibili hanno rappresentato «una messa in pericolo ripetuta della vita della donna», ha scritto il medico nella sua perizia.

Dopo l’atroce scoperta, lo psichiatra le aveva diagnosticato un grave trauma psicologico e un alto rischio suicidario.

Nelle molteplici visite a cui era costretta ad andare, lui l’accompagnava sempre, tenendole la mano mentre ascoltava le prognosi dei medici.

Il rapporto con la moglie e le altre vittime

Gisèle, dopo aver visto i video degli abusi registrati dal marito, si è resa conto per la prima volta di quanto aveva subito: «Ero la sua cosa», ha dichiarato.

Mentre riprendeva gli stupri, l’uomo definiva centinaia di volte la moglie video, una «troia», parola che, davanti al magistrato, ha detto essere un «complimento».

Ha poi detto che è una «santa» e che «è il suo primo amore, e anche l’unico di tutta la sua vita. La ama davvero».

Erano sposati da 30 anni e lei credeva che fosse “un uomo meraviglioso”.

Amici e vicini hanno parlato di una coppia fusionale, simbiotica, in reciproca dipendenza.

Di lui hanno detto che a volte in pubblico faceva commenti inappropriati sul corpo delle donne che incontrava.

Dominique P. non aveva abusato solo della moglie, ma aveva mietuto tantissime altre vittime.

Aveva filmato anche le nuore in bagno, utilizzando un telefono nascosto.

Addirittura la figlia maggiore compariva in uno dei filmati del padre, anche lei priva di sensi, nuda, nel suo letto.

Non si è fermato neppure davanti alle nipoti,  che hanno raccontato la sua insistenza nel voler giocare al dottore o nell’accettare di comprare i loro giocattoli solo se si fossero spogliate.

Gli stupratori

I 51 uomini che sono accusati di aver stuprato la donna, variano dal più giovane di 26 anni, il più anziano 73, e sono militari, guardie carcerarie, infermieri, giornalisti, camionisti o lavorano in azienda. Uno è un consigliere comunale.

Cinque di questi uomini erano coinvolti con lo sfruttamento minorile, anche delle loro stesse figlie.

Alcuni di questi uomini non si sentono in colpa poiché avevano il consenso del marito: «lei era sua moglie, ci fa quello che vuole con sua moglie» oppure sostengono che «la donna non gli ha mai detto di no»

Nomi degli stupratori identificati e sotto alcuni dei loro volti

Esponiamo i nomi degli stupratori

 

 

C’è Joan Kawai, un militare.

Christian L’Ecole, un vigile del fuoco. Ha stuprato la donna indossando la sua uniforme. Nei suoi hard disk la polizia ha trovato 728 immagini di sfruttamento sessuale minorile e una trattativa su Skype con un uomo per stuprare la figlia quindicenne sedata.

Charly Arbo, un attore.

Cyril Beaubis, un muratore.

Dominique Davies, un camionista.

Karim Sebaoui, esperto informatico.

Ludovick Blemeur, magazziniere.

Vincent Coullet, già arrestato per vi0lenza domestica.

Jerome Vilela, vigile del fuoco.

Didier Sambuchi, pensionato.

Mohamed Rafaa, appena rilasciato dopo 5 anni di detenzione per aver stuprato la propria figlia.

Patrice Nicolle, elettricista.

Simoné Mekenese, muratore.

Jean-Pierre Marechal, padre di sei figli. Faceva la stessa cosa a sua moglie, con i farmaci forniti da Dominique P. I due l’hanno stuprata insieme una decina di volte, fino all’estate del 2020, quando la donna si è svegliata di soprassalto e ha trovato nella sua stanza un uomo che non conosceva: Dominique P., appunto. Le ha detto che era uno sconosciuto che aveva incrociato in bicicletta e che voleva vederla in mutande.

Adrien Longeron, 18 anni in prigione per aver stuprato la sua fidanzata.

Quentin Hennebert, guardia carceraria nella prigione di Pontet.

Nicholas Francois, giornalista al Daily Press. Sul suo computer sono state trovate 4.284 immagini e 262 video legati allo sfruttamento minorile.

Redouan El Farihu, infermiere.
Gisele al processo contro il marito Dominique Pélicot.

Altre violenze di Dominique P.

Le atrocità di Dominique P. non si fermano qua.

Nel 2010 Dominique P. era già stato arrestato in un supermercato sempre per aver filmato delle donne. Il suo DNA ha provato che nel 1999 aveva contattato una donna agente immobiliare per vedere una casa, l’ha aggredita, minacciata con un coltello al collo, drogata e stuprata.

Pochi mesi fa, l’aggressione della donna è stata collegata al femminicidio irrisolto di Sophie Narme, stuprata e uccisa nel 1991. Anche lei era un agente immobiliare, e il modus operandi dell’aggressione era simile.

La  drammaticità di questa storia

Questa storia è allucinante, non solo per Dominique, che nonostante fosse uno stupratore e assassino, riusciva a spacciarsi per una brava persona agli occhi della moglie.

Ma la cosa che quasi fa più rabbrividire è che tutti questi uomini coinvolti, siano uomini “normali”, che anzi, visto il loro lavoro, ci si dovrebbe fidare: infermieri, militari, consiglieri comunali.

Persone pagate dallo stato per tutelare i nostri interessi e per difenderci e aiutarci.

E una storia così schifosa non è neanche la prima volta che succede, era già accaduto qualcosa di molto simile qualche anno fa a Singapore, dove un uomo di 42 anni ha drogato e fatto stuprare la moglie da altri uomini per 8 anni.

Come possiamo noi donne fidarci?

Del nostro primo amore con cui passiamo 30 anni insieme…

Dell’infermiere che ci segue mentre andiamo a farci una visita magari per vi*lenza…

Del pompiere che ci viene a salvare da un incendio…

Come può una donna fidarsi di un qualsiasi uomo?

E questi sono quelli che si sono fatti registrare i video, pensate a tutti quelli che, per evitare rischi, non si sono fatti riprendere e quindi resteranno per sempre impuniti, perché ci scommetto tutto quello che ho che ce ne sono altri, molti altri.

Per fortuna in Francia le pene sono severe, ma mi chiedo qua in Italia chissà cosa succede e non lo sapremo mai, magari proprio perché chi indaga o fa le visite è complice.

Non solo, parlando di questo caso con degli uomini, alcuni di loro hanno anche negato che sia una storia vera, adducendo che fosse inventata, ancora una volta per togliere credibilità alle donne.

Noi donne non possiamo fidarci.

Se vogliamo vivere in un ambiente (più) sicuro, dobbiamo avere noi il diretto controllo su tutto quello che ci accade.

Vogliamo inoltre sottolineare l’importanza di conoscere le identità di chi compie questi tremendi atti contro le donne (sia violenza che stupri), poiché essendo crimini altamente recidivi è giusto che le donne si tutelino, sapendo già con che tipo di uomini hanno a che fare.

Speriamo che le facce di questi 52 esseri vengano tutte sbattute in prima pagina e speriamo che gli altri 32 ancora a piede libero vengano identificati, e le loro inconsapevoli compagne/figlie/parenti salvati da questi subumani pericolosi.






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