La depressione delle donne raccontata dai Maneskin attraverso la canzone “Coraline”
“Coraline” la canzone dei Maneskin cantata ieri a Sanremo parla di depressione femminile: racconta la storia di una bambina che cresce e diventa una giovane donna, che, come tantissime altre donne, si ritrova a vivere un’esistenza difficile, in cui non viene valorizzata, ma anzi sminuita, in cui prova ansia, dolore, probabile depressione e disturbi alimentari… Priva di amore, forse abbandonata, i sogni infranti.
Abbiamo parlato negli ultimi post proprio di depressione e delle difficoltà che tantissime donne affrontano. Ieri ho pubblicato solo qualcuna delle richieste di aiuto che riceviamo, moltissime delle quali hanno gli stessi denominatori comuni: donne che non si sentono apprezzate, che credono di non valere, che sono sole, con problemi di ansia, autostima, ecc.
Cause della depressione per le donne
Le donne hanno una probabilità doppia rispetto ai maschi di soffrire di depressione, 2 su 3, infatti, sono donne. Le cause sono molteplici, in parte identificate come ormonali (sindrome mestruale, post partum, menopausa, ecc.) e, in buona parte, sociali:
– perché “assegnato” loro il compito di sostenere la responsabilità emotiva delle relazioni
– perché viene loro imposto un valore attraverso canoni estetici irreali che le fanno sentire inadeguata
– perché devono affrontare molti più ostacoli per vedersi riconosciute le loro capacità lavorative, con meno opportunità rispetto ai colleghi maschi
– perché hanno un carico lavorativo più elevato, dovendosi accollare anche il lavoro domestico
– perché sono spesso vittime di abusi e molestie.
Si deve parlare sempre di più di questi temi, aiutare le donne a superare queste difficoltà, e soprattutto rimuovere tutte queste ingiustizie sociali che portano le donne a questi stati di malessere.
Come sapete, noi offriamo un servizio di orientamento psicologico gratuito a tutte le donne che ne abbiano bisogno, aiutateci ad aiutare, sostenendo le nostre attività, cliccando: QUA
Il testo della canzone “Coraline” dei Maneskin
Queste le parti più importanti del testo della canzone dei Maneskin, e un grazie per aver trattato di questo tema così importante:
“Vedrai Coraline che piange
Che prende il dolore degli altri
E poi lo porta dentro lei.
Non è per tutti andare avanti
Con il cuore che è diviso in due metà…
È una bambina però sente
Come un peso e prima o poi si spezzerà
La gente dirà: “Non vale niente”
Non riesce neanche a uscire da una misera porta
Ma sente un mostro che la tiene in gabbia
Che le ricopre la strada di mine…
Ma Coraline non vuole mangiare no
Sì Coraline vorrebbe sparire
E Coraline piange
Coraline ha l’ansia
E ogni parola è un’ascia
Un taglio sulla schiena…
Ha perso il frutto del suo ventre
Non ha conosciuto l’amore
Ma un padre che di padre è niente
Le han detto in città c’è un castello
Con mura talmente potenti
Che se ci vai a vivere dentro
Non potrà colpirti più niente…”
Abbiamo trattato di questo tema anche in questo articolo: La crisi dei trent’anni per le donne
AGGIORNAMENTO: Interpretazione di Coraline e della storia vera di un’abuso
Dopo aver parlato di Coraline dei Maneskin, una canzone che parla di una donna spezzata, abbiamo ricevuto diverse segnalazioni della vera interpretazione del brano.
Le parole sono molto forti e lasciano intendere di una donna dalla vita dolorosa, non ci sono interpretazioni ufficiali, ma vogliamo raccontarvi la storia che, più di tutte, pare calzare con il testo.
Il significato di questa canzone, infatti, sembra essere molto più duro e terribile di quello che si possa pensare.
Coraline pare essere la storia vera di una amica del cantante Damiano, che “non ha conosciuto l’amore” ma è stata stuprata da suo padre “che di padre è niente”.
Era piccola quando le violenze sono iniziate… “è una bambina però sente come un peso e prima o poi si spezzerà.”
È rimasta incinta da questo incesto, costretta ad abortire “ha perso il frutto del suo ventre”.
L’atrocità di questo abuso la divora dentro, “sente un mostro che la tiene in gabbia… Coraline piange, ha l’ansia, ogni parola è un’ascia, un taglio sulla schiena…”
Arriva la depressione, i disturbi alimentari, l’anoressia, “Coraline non vuole mangiare, vorrebbe sparire.”
E alla fine non ce la fa, si toglie la vita per trovare la pace dentro al cimitero, quel “castello con mura talmente potenti, che se ci vai dentro non potrà colpirti più niente.”
Damiano racconta questo orrore immedesimandosi nei sentimenti di Coraline, capendo le sfumature del suo dolore, la sua reazione, con una profondità che colpisce e fa commuovere, così come lui stesso si commuove pronunciando quelle parole dal palco di Sanremo, che parlano di stupro, incesto, sofferenza, depressione, morte.
Una storia così tragica, dolorosa e potente, che diventa però un inno alle donne violate e spezzate, alle vite strappate, alle mille vittime silenziose di abusi che devastano la loro vita per sempre.
E troppi di questi abusi si consumano proprio dentro le mura domestiche, da coloro da cui si dovrebbe essere amate, protette, accudite, ma che diventano il mostro che tormenta e segna la vita delle vittime con terrore, angoscia, disgusto, rabbia, vergogna.
Quella stessa vergogna che ha reso questi drammatici fatti dei tabù, di cui non si parla. Vengono tenuti dentro, soffocati, nel tentativo di dimenticare ciò che non si può cancellare, e finiscono solo ad avvelenare sempre di più la vittima.
Grazie a Damiano e a questa potente canzone, per dare voce a queste vittime, per far emergere queste storie, che purtroppo ce ne sono molte più di quelle che vorremmo pensare.
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