Scoperta chat degli orrori, dove si condividevano video violenti e pedo-pornografici.
La chat era nominata “Shoah Party” e i bambini venivano torturati, il più delle volte fino all’uccisione, su richiesta degli utenti che vedevano i video in diretta live ed interagivano con gli aguzzini, dicendo loro quale tortura fare,
come ad esempio amputare un braccio oppure versare olio bollente sul corpo del bambino, in cambio di somme di denaro pagato attraverso Bitcoin.
Nei video si ritraevano esecuzioni, omicidi, smembramenti, atti sessuali con animali, estrapolazioni di organi, castrazioni, immagini raccapriccianti e pedo-pornografia con bambini piccolissimi.
I video erano di tre tipi:
1) video pedo-pornografici autorealizzati da minorenni, ripresi nudi o durante atti sessuali;
2) video realizzati da adulti, di atti sessuali e violenze compiuti da minorenni ai danni di bambini, anche in tenera età (2-4 anni);
3) video associati a simboli nazisti.
Questi video venivano trasmessi nel “dark web” (internet criptato) e probabilmente provenivano dal sudest asiatico.
Immagini e descrizioni di questi video aberranti venivano poi condivisi in una chat di gruppo in Whatsapp, appunto detta “Shoah Party”.
La “Shoah Party” chat era amministrata da due 17enni piemontesi, un ragazzo e una ragazza, che sono indagati con altre 25 persone (16 minorenni, tra i 13 e i 17 anni, e 9 maggiorenni tra 18 e 19 anni), residenti in 13 province italiane.
Il quotidiano “La Repubblica” intervista il ragazzo e scrive: “Lo sguardo basso e spaventato di chi sta affrontando la tempesta. Le mani giunte tra le gambe che tremano nervose mentre è seduto con la madre… Troppo pochi 17 anni per rendersi conto in un secondo di aver fatto un errore così grande con quel cellulare in mano.”
E poi sottolinea: “… Adolescente appassionato di fisica quantistica che sogna di fare il medico: pensava fosse un luogo per ridere, ‘ma la situazione mi è sfuggita di mano’. […] Il primo pensiero davanti ai carabinieri? ‘Cosa ho fatto? Non ho collegato. Poi hanno pronunciato quella parola: pedopornografia, ho capito. Ho letto le accuse: mi sono sentito svenire. Da allora non dormo la notte, ho vomitato per l’ansia. Sono pentito, so che ho sbagliato: ora andrò dallo psicologo, starò lontano per un po’ dal cellulare e per sempre dalle chat’.”
Faccio davvero fatica a commentare questa notizia, ma ci provo.
Un gruppo di ragazzi che si divertono a vedere, e soprattutto richiedere, la tortura, l’abuso e addirittura l’uccisione di bambini piccolissimi.
Ragazzi giovani, tra cui MINORENNI di 13 ANNI.
I genitori non si accorgono di nulla (a parte solo una madre che ha fatto partire l’indagine).
A quell’età, quando si dovrebbe ancora giocare o fare le prime esperienze di vita, questi adolescenti pare siano già così stanchi di tutto che per divertirsi si spingono a cose a dir poco aberranti e ripugnanti.
E ci ridono su, perché fattela una risata, no?
Mi chiedo, come siamo arrivati a questo punto?
Cosa spinge dei giovani a cercare questo orrore per divertirsi?
Che esempi hanno avuto?
La famiglia, la scuola, la società che ruolo ha in tutto ciò?
E poi ci stupiamo se gli stupri di adolescenti aumentano? Se la pedofilia dilaga?
Quando inizieremo a fare azioni concrete per fermare tutto ciò e assicurare valori di civiltà e rispetto?
Ci tengo inoltre a fare un’altra osservazione: uno dei quotidiani più importanti in Italia, “La Repubblica”, ci tiene a precisare che il ragazzo 17enne, responsabile della chat, è talmente tanto intelligente e bravo da essere appassionato di fisica quantistica e voglia fare il medico per salvare vite, ma allo stesso tempo un pochino ingenuo da non rendersi conto che video dove violentano e ammazzano bambini possano essere una cosa leggermente illegale.
Precisano poi che, poverino, ci è rimasto molto male quando i carabinieri sono andati a prenderlo, così tanto che gli è venuto anche da vomitare e ora soffre d’ansia… A vedere squartare bambini di due anni no, però, quello no non lo faceva vomitare.
Il pensiero poi corre alle ragazzine 15enni stuprate dai coetanei e per loro invece i giornali sottolineavano che erano ubriache fradice, giusto per sottintendere la loro responsabilità.
È tutto talmente perverso, depravato e disumano che credo sia davvero necessario fermarsi, capire cosa sta succedendo e fare qualcosa di concreto per impedire che cose del genere possano accadere di nuovo.
Non può e non deve passare come “un gioco finito male”.
Abbiamo lanciato una petizione per contrastare pedofilia e violenza, anche attraverso attività di sensibilizzazione e insegnamento nelle scuole. Aiutateci a condividerla e a firmarla, clicca > QUA.
Non possiamo restare a guardare senza fare nulla.
Ihaveavoice si impegna tutti i giorni nella lotta contro le violenze e le disparità di genere, per creare un mondo migliore.
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