mettiamo fine alle molestie verbali che le donne subiscono tutti i giorni.
“Ehi bella, dai, fammelo un sorriso!”
“Che gnocca! Vieni qua, non te la tirare!”
“Che bel c*lo!”
“Non sai quello che ti farei!”
Quante volte camminando per strada, sentiamo certe frasi, da così a molto peggio?
Magari di notte, da gruppi di uomini, con il terrore che possano farci qualcosa di brutto?
Questi non sono complimenti, né attenzioni lusinghiere, questa è una vera e propria molestia.
Il “catcalling” consiste in frasi ammiccanti non richieste da uomini sconosciuti verso donne che camminano per strada. La donna, quindi, viene trattata come un oggetto a disposizione del piacere maschile.
È una una forma di violenza, che genera ansia, stress, rabbia e senso di impotenza.
La donna si può sentire in colpa, perché forse se non avesse indossato quel vestito non avrebbe attirato attenzioni o se non avesse quel seno prosperoso non le avrebbero detto quelle cose oscene.
La donna si può sentire in pericolo, perché non si sa quali siano le vere intenzioni e se si sta rischiando qualcosa di grave, come uno stupro.
La donna si può sentire inerme, perché non sa cosa fare, come reagire: ribattere e rischiare di peggio o stare zitta e subire?
La donna si può sentire arrabbiata, perché si sente considerata come un oggetto sessuale, non rispettata, e non c’è niente che possa fare per difendersi.
Le donne lo subiscono e gli uomini si sentono in diritto di poter dire e fare qualsiasi cosa alle donne, come se, appunto, l’esistenza stessa delle donne fosse legata al loro piacere. Come se le donne fossero sempre e comunque a loro disposizione.
Ci hanno fatto credere che dovevamo sentirci apprezzate, che siamo belle solo se l’occhio maschile ci lusinga.
Ci hanno fatto credere che le parole dei maschi fossero fondamentali per la nostra autostima, che dovevamo ascoltare la loro voce più della nostra.
Ci hanno fatto credere di essere arrabbiate o esagerate, quando ci siamo riprese la nostra voce e abbiamo smesso di subire in silenzio.
Ma non è così.
Abbiamo tutto il diritto di pretendere rispetto.
Non solo chiederlo, ma pretenderlo.
Non siamo qui per il piacere di nessuno, se non per il nostro.
Il catcalling spaventa le donne e ne limita la libertà, non facendole sentire al sicuro. È una violenza che in Francia è considerata reato.
Quando le donne potranno girare per la città, di notte, da sole, senza provare paura?
In che modo sarebbe diversa la nostra vita se gli uomini non si ritenessero in diritto di considerarci oggetti a loro disposizione?
C’è bisogno di una maggiore sensibilità nei confronti di questo tema. Non deve essere banalizzato o analizzato in modo superficiale, perché rappresenta una vera minaccia per le donne.
E, soprattutto, a vergognarsi non deve più essere chi lo subisce, ma chi lo pratica.
Mettiamo fine al catcalling.
Ihaveavoice si impegna tutti i giorni nella lotta contro le violenze e le disparità di genere, per creare un mondo migliore.
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