susan nel 1872 si presentò alle urne a votare nonostante il voto non fosse consentito alle donne.
Lei è Susan, ed è stata arrestata per “voto illegale”.
Si parla tanto delle elezioni americane in questi giorni, dove milioni di donne e uomini hanno espresso la loro preferenza su chi li rappresenterà attraverso il voto.
È un diritto riconosciuto a tutti, che oggi diamo per scontato. Non dimentichiamoci però che un tempo non era così. Alle donne infatti era vietato votare, la loro opinione non contava nulla.
È stato grazie a donne forti e coraggiose che questo diritto sacrosanto è stato concesso anche alle donne.
È per questo che oggi vi raccontiamo di lei, Susan, che alle elezioni presidenziali del 1872 non si fece mettere in un angolo, come facevano con tutte le donne, ma si presentò alle urne a votare.
Questo suo atto rivoluzionario e coraggioso portò al suo arresto per “voto illegale”.
Prima del processo, nel logo dove si sarebbe tenuto, ha parlato in tutte le 29 città e villaggi della contea di Monroe, New York, contestando: “È un crimine per un cittadino americano votare?”
Ha così invitato le donne ad esercitare il loro diritto di voto, con o senza riconoscimento formale: “Non chiediamo più al legislatore o al Congresso di darci il diritto di voto, ma mi appello alle donne di tutto il mondo affinché esercitino il loro ‘diritto di cittadino’ troppo a lungo trascurato”.
Durante il processo, il giudice si è rifiutato di consentire a Susan di testimoniare a proprio nome.
Dopo che il verdetto di condanna fu emesso, fu finalmente concesso a Susan di parlare e pronunciò quello che Ann Gordon, eminente storica del Movimento per il suffragio femminile, definì “il discorso più famoso nella storia dell’agitazione per il suffragio femminile.”
Durante questo discorso, protestò: “Questo oltraggio arrogante ai diritti dei miei cittadini… avete calpestato ogni principio vitale del nostro governo. I miei diritti naturali, i miei diritti civili, i miei diritti politici, i miei diritti giudiziari, sono tutti ugualmente ignorati.”
Il giudice ha ordinato a Susan di pagare una multa di 100 dollari (circa 2.000 dollari odierni) per il suo “crimine” di voto illegale, ma lei dichiarò: “Non pagherò mai un dollaro della tua ingiusta pena.” Fedele alle sue parole, non ha mai pagato la multa!
Ebbe un ruolo di spicco anche nel movimento anti-schiavista e continuò per tutta la sua vita a battersi per il suffragio femminile, viaggiando estesamente negli Stati Uniti ed in Europa, tenendo dai 75 ai 100 discorsi all’anno sui diritti delle donne per quasi 45 anni.
Non vide mai il suo sogno realizzarsi, poiché il Diciannovesimo Emendamento, che concedeva il diritto di voto alle donne, fu approvato dopo 14 anni dalla sua morte.
Tuttavia fu onorata come la prima donna americana reale (cioè non allegorica) la cui effigie fu riprodotta su monete da un dollaro, in quattro diversi anni.
Susan B. Anthony, una donna coraggiosa e implacabile, una donna che fa sentire la sua voce e lotta affinché la voce di tutte le donne venga ascoltata. Oggi, come allora, ricordiamocelo sempre: la nostra voce conta, facciamola sentire.
Susan B. Anthony: l’influncer che vorrei.
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