Fermiamo le mutilazioni genitali femminili in Gambia firmando la petizione.
In Gambia si vuole tornare ad acconsentire la terribile pratica delle mutilazione sui genitali femminili e il mondo si sta mobilitando per fermarla, attraverso una petizione.
Lo spettro del ritorno delle mutilazioni genitali femminili in Gambia.
L’Assemblea nazionale del Gambia ha votato per revocare il divieto di mutilazione dei genitali femminili (Mgf).
In questo Paese a maggioranza musulmana, le Mgf consistono nel tagliare il clitoride e le piccole labbra di bambine e ragazzine quando hanno tra i dieci e i quindici anni.
Le Mgf possono provocare infezioni, emorragie, forti dolori e danni psicologici e sono tra le principali cause di morte tra le ragazze e le donne nei paesi che le praticano.
Secondo l’UNICEF ci sono 230 milioni le donne al mondo che hanno subìto una qualche forma di Mgf.
Nel 2015, l’allora presidente Jammeh fece vietare le Mgf, grazie all’influenza della moglie, proveniente dal Marocco, un Paese in cui non si praticano.
Anche se questo divieto era in vigore da diversi anni, non era stato applicato fino al 2023, quando tre medici, per la prima volta, sono stati multati per aver eseguito le Mgf.
Un imam e alcuni politici, dopo queste condanne, hanno fatto una campagna per eliminare il divieto, poiché considerano le Mgf un obbligo religioso.
Questa decisione sulla vita delle donne è stata presa dagli uomini.
L’Assemblea nazionale che ha fatto la votazione ha, infatti, 58 membri, di cui solo cinque donne, le quali non erano presenti al momento della votazione.
La votazione é stata fatta quindi solo dagli uomini: 42 dei 47 membri del parlamento hanno votato a favore del Mgf, solo quattro contro e uno astenuto.
È intollerabile che nel 2024 gli uomini abbiano ancora il potere di decidere sul corpo e sulla vita delle donne.
Firmiamo la petizione contro le mutilazioni genitali femminili
Ci restano meno di 3 mesi di tempo per la seconda votazione che renderà definitiva questa legge e dobbiamo assolutamente intervenire per fermarla.
Firmiamo in massa la petizione e facciamola girare il più possibile, condividendola sui social e tra amici e parenti. Clicca qui sotto:
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