Slip rossi: per i giudici non è stupro perché “la donna è disposta a fare sesso”.
Questa è la sentenza assurda, indegna, infame dei giudici peruviani, che hanno assolto l’uomo accusato di stupro, poiché secondo loro, il colore della biancheria che una donna indossa è segno inequivocabile che lei voglia fare sesso, con chiunque.
La donna era caduta in stato di incoscienza a una festa e il giorno successivo si è svegliata nuda nel letto dell’uomo.
Tre giudici, tra cui ben due donne, Ronald Anayhuaman Andia, Diana JuradoEspino e Lucy Castro Chacaltana, hanno sostenuto che la denunciante non fosse riservata come aveva detto, ma che si fosse mostrata disposta a fare sesso dato il colore della biancheria, assolvendo quindi l’imputato:
“La presunta personalità rappresentata dalla vittima (timida) non si riferisce all’indumento intimo che ha usato il giorno dell’incidente poiché questo tipo di biancheria viene normalmente utilizzato in occasioni speciali che portano a momenti di intimità, il che dà l’impressione che la donna si sia preparata o fosse disposta ad avere rapporti sessuali con l’accusato.”
Le donne di tutto il Paese sono scese in piazza per protestare, alcune con delle mutande rosse legate intorno alle gambe e cartelli con scritto: “Non usate la mia biancheria intima per giustificare lo stupro”.
Fortunatamente il ministero delle Donne del Perù ha respinto l’argomentazione della Corte che conteneva stereotipi e ha “rivimittizzato” la denunciante, e l’Ufficio di controllo della magistratura (OCMA) ha aperto un’indagine su sospetta condotta scorretta dei giudici.
Tuttavia sentenze di questo tipo non dovrebbero mai esserci. Non è tollerabile nel 2020 pensare che qualcuno possa anche solo pensare a qualcosa del genere.
Mi chiedo se un uomo indossasse dei boxer rossi e gli accadesse la stessa cosa, se la sentenza sarebbe la stessa o se magari l’uomo può avere dei colori che preferisce indossare, senza che questi diano il consenso incontrovertibile a chiunque di fare sesso con lui.
La donna era anche incosciente quando lui l’ha portata a casa sua per approfittare del suo corpo, già questo, al di là di qualsiasi altro aspetto, dovrebbe essere sufficiente per condannarlo.
Ma ben due donne hanno ritenuto normale che un uomo utilizzasse il corpo di una donna in stato di incoscienza. E queste due donne sono due giudici.
Le donne vengono ancora giudicate per quello che indossano, vengono giudicate se vanno ad una festa, se bevono, se parlano con un uomo.
L’uomo se stupra, invece, non viene giudicato.
Lui può.
È la donna che sbaglia.
È lei che deve prendere tutti i provvedimenti per far sì che l’uomo non possa stuprarla.
Mica lui che semplicemente non la deve stuprare.
Sapere che nel 2020 in diverse parti del mondo la situazione è ancora così è a dir poco rivoltante.
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Sono inorridito dalla sentenza
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