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Sessismo e religione: donne e “femmine femministe”

Sessismo e religione: le parole di un parroco maschilista contro le donne femministe.

“Presente la differenza tra donna e femminista?

Ecco, un tempo ci stavano le donne, ora le femmine femministe… le donne si fanno rispettare perché hanno la consapevolezza di se stesse, le femmine femministe sono complessate isteriche”.

Questo lo ha detto un parroco.

 

Lo ha scritto nei commenti di un post che parlava di catcalling.

 

Pare che, per essere donna, si debba avere la consapevolezza di essere inferiori rispetto all’uomo, di dover stare zitte, di dover servire il pene-dotato di turno.

 

In quel caso sì, siamo donne intelligenti, degne di essere considerate esseri umani.

parroco-maschilista

Sessismo e religione contro il femminismo

 

Se invece osiamo avere le nostre opinioni, senza essere indottrinate, se osiamo chiedere i nostri diritti, voler avere pari opportunità rispetto all’uomo, magari anche non essere stuprate e uccise, allora siamo “femmine”, alla stregua di animali.

 

E badate bene, non semplici femmine, ma femmine “complessate e isteriche”.

 

Ma guarda un po’, quasi come le streghe che nel Medioevo venivano bruciate.

 

Oppure come le donne che fino a non molti anni fa venivano rinchiuse nei manicomi perché avevano una personalità che non fosse paragonabile a quella di uno zerbino.

E la conversazione va avanti, gli si fa notare che le tanto isteriche e complessate femministe lottano anche contro la pedofilia e là il “sant’uomo” batte in ritirata cancellando lesto il commento.

 

Chissà come mai… solo le isteriche complessate possono pensare che la pedofilia sia una brutta cosa, o no?

 

Come funziona in questo caso?

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Sessismo e religione: ai bambini si insegna che la donna è colpevole

 

Del resto, cosa ci possiamo aspettare da chi insegna da millenni che la donna è colpevole, che si deve vergognare, mentre l’uomo è giusto, è vita, è speranza?

 

Questo è ciò che è scritto in un libro di religione, per la scuola primaria.

Adamo è vestito di verde, il colore della vita e della speranza. Eva ha le mani coperte in segno di vergogna.

E poi ci chiediamo perché nel 2021 c’è ancora tanto sessismo in Italia?

Perché le donne continuano ad essere discriminate, abusate, colpevolizzate anche quando sono vittime?

Beh, magari se smettessimo di insegnarlo fin dalle elementari e se certi elementi non facessero prediche, probabilmente cariche di sessismo, nelle chiese, allora, forse, non saremmo ancora fermi al Medioevo sotto tanti punti di vista, per quel che riguarda i diritti delle donne.

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1 commento su “Sessismo e religione: donne e “femmine femministe””

  1. Il sessismo della religione cristiana è anche dato dal fatto che adorano un Dio maschile, padre (Dio padre, per l’appunto) e redentore (Cristo).
    Le frasi sulla sottomissione della donna e sull’uomo come capo della donna, l’uomo come Gloria di Dio, (la donna non è Gloria di Dio), sull’obbligo del velo per la donna quando prega o profetizza, sulla sua modestia e castita, sul silenzio e sull’obbedienza che deve al marito, suo capo, come Cristo è capo della chiesa, sono presenti nel Nuovo Testamento a Corinzi 11:3, Efesini 5:22, lettera a Timoteo (1 Timoteo 2:11).
    Per tutto l’antico Testamento la donna è abusata e stuprata (lo stupro di Dina, di Tamar), usata come concubina e merce di scambio (le mogli di Davide) o utero procreativo per consentire al patriarca di avere figli (la schiava Agar, Sara). Il maschio dell’Antico Testamento è guerriero, conquistatore.

    Adamo è stato creato per primo, Eva per seconda, derivata dalla costola del maschio e maledetta da Dio, a genesi, con la sottomissione (“egli ti dominerà”, dice Dio, quando condanna la donna)

    Per i cattolici, la verginità eterna di Maria serve a rimarcare il fatto che la sessualità femminile è impura, sporca, dannosa, infatti Maria “ne fu preservata” e quindi restò incinta (dallo Spirito Santo, altro termine maschile della Trinità) senza “corruzione, senza lesione del sigillo”; tutte le altre donne, invece, “sono corrotte, perdono il sigillo, l’imene”… A questo aggiungo che la stessa Maria si autoproclama “la serva del Signore” al momento dell’Annunciazione (leggere il vangelo di Luca)

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