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Vittima di Revenge Porn: licenziata

Torino: maestra licenziata dopo che i suoi video intimi sono stati diffusi dall'ex per Revenge Porn.

Licenziata perché ha subìto revenge porn.

Sì, subìto. Il revenge porn è un crimine che si subisce. Si è vittime non colpevoli.

Lei è una maestra di Torino i cui video intimi sono stati diffusi nella chat del calcetto dal suo ex fidanzato, diventando poi di dominio pubblico per mano proprio di una donna, la moglie di un amico dell’ex, che lo ha diffuso con la direttrice e le altre madri dei bimbi della scuola dove la vittima lavorava.

L’amico dell’ex, che ha diffuso il video, ha dichiarato: «Lui ha sbagliato, ma l’ha fatto per una goliardata da uomo… Non posso tollerare che chi si occupa dei miei figli faccia determinate cose… Se mandi filmati osè devi mettere in conto il rischio che qualcuno li divulghi».

Lei è vittima tre volte.

Vittima dell’uomo di cui si fidava, che ha diffuso i suoi momenti intimi.

Vittima della società, sia di uomini che di donne, che la condanna perché ha una vita sessuale.

Vittima dei datori di lavoro, che l’hanno punita invece di difenderla dalla violazione che ha subìto.

La donna deve essere casta, quasi asessuata, una Vergine Maria agli occhi della società, altrimenti è una tr*i@, salvo poi dover essere una porno star a letto per dare piacere agli uomini, altrimenti che donna sei? Sei una bigotta, una sfig@t@, ma chi ti vuole?

La donna non è libera di vivere come vuole, sempre a doversi misurare con il metro del giudizio della società. Mai abbastanza, sempre qualcosa che non va.

E la vita sessuale di una donna è il peggior tabù che ancora esiste in Italia, nel 2020.

Lui fa queste cose a letto? Un macho, uno uomo alfa. Beato lui. Lui diffama lei? Una goliardata.

Lei fa queste cose a letto? Una poco di buono, come osa, senza ritegno. Lei viene diffamata? Colpa sua, non doveva farlo.

 

La donna è un oggetto nelle mani dell’uomo. Se lui usa lei per il suo piacere, va bene.

Se lei vuole avere piacere, non va bene. È scandaloso e inaccettabile.

Secondo la più vasta ricerca sulla sessualità umana, condotta dall’Indiana University, alla domanda “Hai raggiunto l’orgasmo durante l’ultimo rapporto sessuale?” il 91% degli uomini ha risposto di sì, contro il 39% delle donne.

Questo è il risultato della cultura maschilista e repressione del diritto al piacere femminile: la donna serve per il soddisfacimento dell’uomo. Lei deve fare ciò che piace a lui e non può pensare al proprio godimento.

Una cultura che va cambiata, anche attraverso corsi di educazione sessuale e sentimentale fatti proprio a scuola. Quella scuola pudica che condanna il diritto al piacere delle donne.

L’Italia è uno tra i sette paesi europei in cui l’educazione sessuale non è materia di studio alle scuole dell’obbligo, come Cipro, Bulgaria, Polonia, Lituania, Romania e Spagna.

In Svezia l’educazione sessuale a scuola è obbligatoria dal 1955.

La Svezia occupa il 4º posto su 153 paesi del mondo per quanto riguarda la parità dei diritti delle donne, con un punteggio di 0,820 su 1, secondo il gender gap report 2019.

Apriamo gli occhi.

Questo Paese va cambiato.

Ora, subito, basta aspettare.

Firmate e diffondete la nostra petizione (clicca QUA) che prevede l’introduzione  dell’educazione sessuale e sentimentale a scuola, oltre tutta una serie di misure per contrastare pedofilia e violenze sulle donne.

Cambiamo l’Italia. Ora.

Ihaveavoice si impegna tutti i giorni nella lotta contro le violenze e le disparità di genere, per creare un mondo migliore.

Sostienici con una donazione, anche la più piccola può fare la differenza!

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