La cellulite è da sempre odiata dalle donne, ma perché? Cosa si nasconde sotto quei cuscinetti di grasso?
Sta arrivando l’estate e con essa il mare e la tanto temuta prova costume.
E c’è una cosa che preoccupa tutte le donne, anche le più magre: la cellulite.
Spesso anche con diete e sport, quei tanto odiati cuscinetti rimangono.
Allora che fare? Si comprano creme o fanghi che promettono miracoli, si bevono tisane o intrugli vari, si fanno massaggi o trattamenti assurdi, come la radiofrequenza (utilizzo di onde elettromagnetiche), la cavitazione (uso di ultra suoni), l’elettrolipolisi (uso di la corrente elettrica), la mesoterapia (iniezione di farmaci), la carbossiterapia (iniezione di anidride carbonica), la criolipolisi (congelamento del grasso), ed infine, quella più invasiva di tutti, la liposuzione (aspirazione del grasso).
E cosa hanno in comune tutte queste cose? Sono costosissime e nella maggior parte dei casi non fanno assolutamente nulla.
Ma perché odiamo così tanto la cellulite? Cos’è veramente questo famigerato inestetismo che ci fa vergognare del nostro corpo?
Secondo la professoressa Rossella Ghigi, il termine “cellulite” comparve per la prima volta in Francia nel 1873, nella dodicesima edizione del Dizionario della Medicina, con un’accezione ben diversa da quella odierna: questa parola indicava semplicemente le cellule e i tessuti in stato di infiammazione o infezione. Nessun riferimento ad inestetismi, buccia d’arancia, grasso, ecc.
Ma allora, da dove arriva la cellulite come la intendiamo oggi?
Durante la guerra, con gli uomini al fronte, le donne ebbero accesso ad ambiti che erano stati un’esclusiva maschile, come le università, il settore terziario, le fabbriche. In questo contesto, il ruolo femminile assunse una nuova importanza. Le forze commerciali portarono alla nascita del concetto moderno di femminilità, che prevedeva una donna libera dai vecchi vincoli sociali, visibile, ben integrata socialmente.
La maggiore presenza delle donne in tutti gli ambiti comportò anche un aumento della visibilità del corpo femminile, che cominciò a comparire sui media e a diventare appetibile per il marketing.
Fu proprio in questo momento che la parola “cellulite” ritornò in scena, in un articolo scritto dal Dottor Debec e pubblicato nel febbraio del 1933 sulla rivista “Votre Beautè” (“la vostra bellezza”). Ma stavolta il termine venne usato per indicare un misto di “acqua, residui, tossine e grasso”, che avrebbe formato una sorta di grasso diverso da quello “normale” e pressoché impossibile da eliminare.
Questo nuovo, terribile problema, secondo il Dottor Debec, sarebbe stato una prerogativa, udite udite, pressoché esclusivamente femminile.
Può sembrare incredibile, ma un semplice articolo su un mensile femminile cambiò completamente e per sempre la concezione della società di massa del grasso corporeo.
La cellulite, che mai prima era stata un problema (basti pensare ai quadri del ‘700 in cui le dame ne facevano bella mostra), divenne all’improvviso il nemico pubblico numero 1: le lettrici iniziarono a scrivere lettere alla rivista per avere delucidazioni su questa nuova malattia, per capire come curarsi.
Le Spa francesi, intuendo le potenzialità del nascente business della cellulite, iniziarono a proporre alle clienti soluzioni miracolose: massaggi, trattamenti, saponi speciali.
Ma quali sarebbero state le cause, secondo gli esperti?
Ma allora, cos’è davvero la cellulite?
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