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Diletta Leotta e le “donne lampadario”

L’oggettificazione delle “donne lampadario” al compleanno di Diletta Leotta

Mentre in Afghanistan l’esistenza delle donne viene minacciata dai Talebani, in Italia, succedeva questo: Diletta Leotta, conduttrice televisiva, festeggia i suoi 30 anni “decorando” la location della festa con “donne lampadario”.

Ebbene sì, lei, famosa anche per il suo discorso “la bellezza capita”, dimenticandosi però di sottolineare che in realtà é il fratello chirurgo plastico a “capitare”, ha dato un altro “ottimo” esempio di “emancipazione femminile” decidendo di oggettificare le donne all’ennesima potenza: facendole diventare decorazioni per il bordo piscina.
Al di là del cattivo gusto, ci sono diverse cose che rendono questa vicenda biasimevole.
 

Donne che oggettificano donne

La prima, più evidente, è l’assurdità che sia proprio una donna ad oggettificare altre donne, dimostrando la totale mancanza di rispetto e senso di solidarietà femminile, dove le donne più ricche e famose usano per il proprio sollazzo altre donne meno fortunate, proprio come farebbe uno qualsiasi dei peggiori maschilisti.

 

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La seconda, più paradossale e subdola, è di come spesso la società (tra cui diverse donne) celebri e porti ad esempio di “emancipazione femminile” donne che incarnano esattamente l’ideale di donna maschilista: canoni estetici considerati desiderabili dai maschi, atteggiamenti sexy, pochezza di contenuti veri e profondi.
Queste donne, infatti, proprio in virtù del loro essere accattivanti per gli uomini, diventano quindi desiderate dagli stessi e ammirate e imitate dalle donne che sperano di diventare come loro. Ecco quindi che collezionano followers sui social, partecipano ai programmi televisivi, diventano influencer ricche e famose.
E da lì il passo è breve: bastano i soldi e la fama per diventare simbolo di “emancipazione femminile” e quindi di “femminismo”, quando in realtà, queste donne sono arrivate là proprio per il fatto di incarnare un modello di donna celebrato dal maschilismo.
 

DALL’OGGETTIFICAZIONE DELLE DONNE ALL’EMANCIPAZIONE FEMMINILE

 
Una sorta di specchietto per le allodole per tenere a bada il vero femminismo, mascherando come femminista qualcosa che non è altro che il più becero maschilismo: premiare una donna che si confà ai dettami patriarcali, con soldi e successo, per far credere alle donne di avere ottenuto l’emancipazione.

Stiamo molto attente a chi decidiamo di ammirare: se decidessimo veramente di dare importanza ai contenuti, più che alla forma, molte di queste “influencer” considerate “donne emancipate e di successo”, probabilmente sparirebbero, magari lasciando spazio a donne che veramente hanno qualcosa da dire e conducono vere lotte per il bene delle altre donne.

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