Un'indagine sulla condizione femminile: discriminazioni politiche, sociali e religiose.
La scomparsa della donna. La fotografa yemenita Boushra Almutawakel e quella irania Shadi Ghadirian parlano della condizione femminile nei paesi islamici.
Le foto della fotografa yemenita Boushra Almutawakel
Boushra Almutawakel è la prima donna fotografa riconosciuta in Yemen, con le sue foto, indaga sulla condizione femminile nei paesi islamici, mettendo in risalto la discriminazioni politiche, sociali e religiose che subiscono.
La condizione della donna nello Yemen
La donna è di proprietà dell’uomo che è il suo guardiano e padrone, mentre lei non ha alcuna autonomia legale. Infatti, vale metà in materia di testimonianza legale perché non è riconosciuta come persona con piena capacità giuridica in tribunale. Inoltre, la testimonianza di una sola donna non è presa sul serio se non è sostenuta da quella di un uomo.
Il 60% delle donne è analfabeta, contro il 25% degli uomini. La violenza domestica non è reato, e il tasso di mortalità per il parto è altissima. Le donne non possono uscire di casa, senza il permesso, nemmeno in caso di emergenza o per motivi di salute, e nei casi rarissimi in cui escono lo possono fare solo se accompagnate dal guardiano e coperte completamente dal velo. Sono relegate in cucina insieme alla servitù, e il loro compito è meramente riproduttivo, in quanto la loro maggiore funzione è quella di sfornare figli in quantità.
Il matrimonio infantile è accettato e incentivato, e non è raro che bambine di otto o dieci anni sposino uomini di 28 o 30 anni: il 52% delle ragazze è venduto prima dei 18 anni, il 14% sotto i 15, di cui oltre la metà intorno agli 8 anni, soprattutto in zone tribali e arretrate del Nord-Ovest.
Le foto della fotografa iraniana Shadi Ghadirian
Shadi Ghadirian è una fotografa iraniana che scatta fotografie che esasperano i costumi della sua cultura iraniana e gli stereotipi arcaici che pone sulle donne contemporanee.
La condizione della donna in Iran
In Iran le donne possono contrarre il matrimonio già a 13 anni, anche prima della pubertà se c’è il permesso del tutore.
Non sono libere di sposarsi con chi vogliono, senza rischiare di andare incontro al delitto d’onore.
Non hanno il diritto di cantare, se non in un pubblico esclusivamente di sole donne, di ballare, di recarsi negli stadi (eccetto per le partite della nazionale).
Non possono ricevere un’eredità adeguata.
Non possono vestirsi come vogliono, ma hanno l’obbligo di indossare l’hijab.
Non possono viaggiare all’estero da sole, se sposate, e hanno bisogno del permesso del marito.
Non possono esercitare la carica di Presidente della Repubblica.
Non possono condurre la bicicletta.
L’età di una donna è di 9 anni per essere considerata penalmente responsabile (per i maschi 15).
È prevista la pena di morte per l’adulterio tramite lapidazione. Spesso avviene anche se vengono stuprate.
106 donne sono state impiccate nel 2018 e nel 2019, ma i dati dichiarati probabilmente sono per inferiori a quelli reali.
Non esiste un numero ufficiale di femminicidi per “violazioni delle norme islamiche o delle consuetudini sociali”.
Il 66 % delle donne sposate che hanno partecipato ad una indagine aveva subito violenza domestica almeno una volta nella vita, un numero probabilmente sottostimato rispetto ai casi reali.
40 milioni di donne vivono in Iran.
40 milioni di donne i cui diritti più basilari vengono quotidianamente calpestati.
Queste donne devono essere tutelate.
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Leggi alcune storie di donne iraniane:
Samira Zargari, la head coach della squadra iraniana femminile, il cui marito le ha proibito di partecipare ai Mondiali.
Zahra Esmaili, impiccata già morta per aver ucciso il marito che picchiava lei e figli.
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