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Cartelloni pubblicitari sessisti di un concessionario di auto usate

Cartelloni affissi a Savona: Una ragazza appoggiata su un'auto sportiva e la scritta “...sai di non essere stato il primo, ma te ne importa qualcosa?”.

Una ragazza appoggiata in atteggiamenti sensuali su un’auto sportiva e la scritta: “…sai di non essere stato il primo, ma te ne importa qualcosa?”

 

Questi sono i cartelloni pubblicitari affissi a Savona e rilanciati su Facebook da un concessionario di auto usate, un maldestro tentativo di emulare altri brand automobilistici che a loro volta, nel purtroppo recente passato, hanno usato questa metafora per promuovere le vendite di auto usate

 

Ancora e ancora l’oggettificazione delle donne, viste solo ed esclusivamente come mezzo sessuale per il piacere e l’ego del maschio.

 

Anni di lotte femministe per ottenere la parità e il rispetto, ma nonostante ciò siamo ancora così indietro? 

 

Com’è possibile che una pubblicità come questa susciti ancora ilarità nelle persone? Perché questo qualunquismo da cinepanettone è ancora così profondamente marcato nella nostra cultura? 

 

Non solo le donne, ma anche gli uomini dovrebbero sentirsi offesi da pubblicità come questa. Si ritengono davvero così poco evoluti da accontentarsi di essere associati ad istinti animaleschi e basta?

 

La pubblicità è stata criticata dalla stampa locale e sono arrivati tantissimi commenti di uomini, ma anche di donne, che si sono lamentati non per la volgarità della pubblicità, ma bensì per il loro diritto di “fare umorismo” che ritengono sia stato leso. 

Non si rendono conto che questo tipo di messaggi, non solo disumanizzano e oggettificano le donne, ma stereotipizzano anche gli uomini.

 

Questo è il grosso problema culturale dell’Italia: si è sessisti e non ci si rende nemmeno conto di esserlo. 

 

Chiunque, uomo o donna, vedendo una pubblicità del genere se non prova un forte senso di disgusto dovrebbe chiedersi: “Perché non riesco a vedere quanto è profondamente sbagliato questo messaggio?”

Perché credo che sia giusto considerare una donna come solo oggetto sessuale a disposizione dell’uomo, privandola della sua essenza di essere umano?” 

 

È necessaria una rivoluzione culturale a partire da tutti i media, unita ad una profonda riflessione personale di ognuno di noi per smantellare finalmente e definitivamente queste idee sessiste.

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