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Elisabetta II, un esempio di femminismo

Elisabetta II ci insegna cos’è il femminismo

 

Elisabetta II, defunta regina d’Inghilterra, dimostrò fin dalla più giovane età un grande coraggio e una notevole saggezza.  

Allo scoppio della Seconda Guerra mondiale, nonostante molti suggerissero alla regina e alle figlie di lasciare il Paese per la loro sicurezza, loro rimasero vicino al popolo, anche sotto le bombe.

Il primo discorso alla radio

A soli 14 anni, nel 1940, la principessa Elisabetta, futura regina, pronunciò il suo primo discorso alla radio, al programma “Ora dei bambini” della BBC, esortando le persone ad avere speranza:

«Sappiamo, ognuno di noi, che alla fine tutto andrà bene, perché Dio si prenderà cura di noi e ci darà vittoria e pace.
E quando arriverà la pace, ricordate che sarà per noi, i bambini di oggi, il compito di rendere il mondo di domani un posto migliore e più felice”.

Prima donna della famiglia reale ad arruolarsi

Dopo cinque anni da quel discorso, a 19 anni, Elisabetta si arruolò nell’esercito, matricola 230873. Lei è il primo e unico membro femminile della famiglia reale a prestare servizio nell’esercito.

È una semplice seconda subalterna, con funzione di autista e meccanico, impara a guidare camion e a riparare motori.

Essendo non solo la futura erede al trono, ma anche donna, poteva stare a casa servita e riverita, al sicuro dai pericoli della guerra, ma lei era coraggiosa, forte e volenterosa.

Carattere e saggezza

Elisabetta II non era una Regina solo per nascita, ma anche e soprattutto per carattere e intelligenza: una donna saggia e risoluta, un esempio di donna al potere che ha fatto la storia e può ispirare milioni di donne.

Odiare la Regina Elisabetta NON è femminismo

 
Elisabetta II, sovrana dei record che per 70 anni ha regnato in Inghilterra, è l’espressione massima di donna al potere che è entrata di diritto nella storia.
 
Vari aneddoti sulla sua vita sottolineano non solo la sua forza d’animo, la sua dedizione al suo ruolo, la sua dignità, ma anche il suo modo di esprimere il rispetto che richiedeva in quanto donna.
 
Apriti cielo: orde di commenti indignati, non solo dai soliti haters maschilisti, ma anche da donne, molte femministe convinte, sostenitrici da anni di Ihaveavoice, che sono arrivate a bloccarci furiose.
 
A loro dire, lei era colpevole di tutto ciò che ha fatto l’Inghilterra, dal colonialismo alle guerre. Peccato però che il colonialismo fosse iniziato nel 1607 e la sua caduta cominciò nel 1947, con l’indipendenza dell’India, prima che lei salisse al trono.
 
Tutto quello che è successo durante il suo regno, è accaduto sempre ed esclusivamente per decisione dei primi ministri, eletti dal popolo inglese, per cui lei non aveva nessunissima responsabilità, tanto che nel suo primo discorso di Natale in televisione, nel 1957, ha affermato:
 
Non posso guidarvi in battaglia. Non vi do leggi né amministro la giustizia. Ma posso fare qualcos’altro. Posso dare il ​​mio cuore e la mia devozione a queste antiche isole e a tutti i popoli della nostra fratellanza di nazioni“.
 

La regina non poteva esprimere opinioni politiche

 
Per chi, invece, l’attacca dicendo che non ha fatto niente di “femminista” e che avrebbe dovuto fare di più, intanto vi ricordo che lei NON poteva esprimere opinioni politiche di alcun tipo, nonostante ciò, è riuscita comunque a dare forti messaggi di emancipazione femminile proprio grazie attraverso ciò che faceva, in parte anticipando anche di decenni ciò che il movimento femminista iniziò a chiedere/fare più tardi.
 
Ecco alcuni esempi:
 

8 motivi per cui la regina Elisabetta era femminista

 
1. Si rifiutò di perdere il suo cognome quando sposò il marito, per far continuare quello dei Windsor.
 
2. Cambiò la legge di successione al trono, per dare gli stessi diritti alle donne e agli uomini (prima il trono andava al maschio, anche in presenza di sorelle maggiori)
 
3. Ruppe gli stereotipi di genere, lavorando come meccanico e autista di autocarri durante la seconda guerra mondiale
 
4. Fu la prima e SOLA donna della famiglia reale a servire le forze armate.
 
5. Fu un membro attivo e sostenne per 80 anni il Women Institute, la partecipazione più lunga di qualsiasi altro membro, aiutando le donne e sostenendo le cause femminili.
 
6. Volle migliorare l’istruzione dei suoi figli, terminando la tradizione di insegnare ai figli dei regnanti solo a palazzo, e seguendo lei stessa dei corsi per imparare la geografia e la storia oltre a quella insegnata a corte.
 
7. Guidò l’auto con il principe saudita come passeggero, per dimostrargli che anche le donne sanno guidare – e bene – nonostante in Arabia Saudita fosse loro vietato.
 
8. Continuò a stare a cavallo, facendo finta che nulla fosse successo, nonostante le avessero sparato 6 volte, durante una parata nel 1981, dimostrando di essere una donna di grande coraggio.
 
Questi sono solo alcuni esempi di tutto ciò che ha fatto la Regina Elisabetta durante i 70 anni di impegno e dedizione al suo regno.
 
Pur rispettando rigorosamente tutte le rigide regole del protocollo reale, è sempre riuscita a dare i messaggi che le interessavano, a modo suo, sempre con grande stile e spesso anche con grande ironia.
 
E l’esempio di una donna tenace, con grande dignità, che sa farsi rispettare da tutti, anche dai più potenti, riesce a fare di più di mille parole per smuovere la consapevolezza femminista e promuovere l’emancipazione delle donne.
 

L’esempio della regina dimostra che le donne sono capaci di stare al potere

 
Non credo sia un caso se una delle prime donne ad essere eletta a capo del governo, al mondo, fosse proprio in Inghilterra: gli inglesi, grazie all’esempio della regina, sapevano che le donne possono essere capaci di stare al potere tanto quanto gli uomini.
 
E questo non è un discorso di preferenze politiche, ma di riconoscere o meno le potenzialità e il diritto di una donna di ricoprire una carica importante.
 
Care “femministe” che odi@te e vi indignate per la Regina Elisabetta, mi dispiace per voi, ma è ovvio che non sappiate minimamente chi fosse e cosa avesse fatto e le diate colpe che non ha.
 
Una delle frasi più famose di Elisabetta II, che spero entri nella mente e nel cuore di tutti i suoi detrattori, dice:
 
È sempre stato facile odiare e distruggere. Costruire e amare è molto più difficile.”
 

 

Il potere guadagnato con il cuore

 
Il suo potere, al contrario di quello che è spesso stato portato avanti dagli uomini, è sempre stato guadagnato con il cuore, mettendo prima di tutto il suo amore e la devozione per il suo popolo, dimostrando che attraverso la gentilezza è possibile cambiare il mondo.
 
Nella sua lunga vita ha lasciato moltissimi messaggi di saggezza, di coraggio e tenacia, ma anche di amore, rispetto e speranza, e ne vogliamo ricordare qualcuno tra i più belli:
 
Mai arrendersi. Mai disperarsi. Quando la vita sembra difficile, i coraggiosi non mollano e non accettano la sconfitta; invece, sono tanto più determinati a lottare per un futuro migliore.”
 
Oggi abbiamo bisogno di un tipo di coraggio speciale, non quello che si ha in battaglia, ma quello che ci fa alzare in piedi e difendere quello in cui crediamo, per tutto ciò che è vero e onesto. Abbiamo bisogno di quel coraggio che può dimostrare anche al più cinico che non abbiamo paura del futuro.
 
Spesso sono i piccoli passi, non i salti da gigante, che determinano il cambiamento più duraturo.”
 
“La vera misura del valore di tutte le nostre azioni è data da quanto durerà il bene che esse produrranno.
 
Il mondo non è un posto molto piacevole. Devi imparare a difendere te stesso e ciò in cui credi, e a volte, scusate il linguaggio, anche a dare qualche calcio nel didietro.”
 
“Non prendiamoci troppo seriamente. Nessuno di noi ha il monopolio sulla saggezza.
 
È sempre stato facile odiare e distruggere. Costruire e amare è molto più difficile.
 
Ha parlato anche della questione femminile:
 

La questione femminile

 
Perché ci si aspetta che le donne debbano sempre sorridere? È ingiusto. Se un uomo si mostra solenne, si presume automaticamente che sia una persona seria, non infelice.
 
Sono state le donne a portare dolcezza e benevolenza nel duro processo di umanizzazione della società.
 
Riposa in Pace, Regina Elisabetta II.
 

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