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Sentenze Sessiste: I giudici Contro Le Donne

domande alle donne vittime di violenza

Violenza di genere: la vittima è colpevole per la giustizia che emette sentenza sessista

Sempre più di frequente le sentenze di violenza di genere sono sessiste contro le stesse vittime e trovano attenuanti ai carnefici, finendo per infliggere ulteriore violenza.

STUPRATA? O TE LA SEI CERCATA O TE LO SEI INVENTATA.
Si sentono spesso questi commenti, a volte, purtroppo, anche da donne.
Spesso provengono da persone di basso livello culturale e si limitano ad essere commenti nei social network o le solite chiacchiere da bar.
 
 

Le attenuanti a favore degli stupratori nelle sentenze sessiste

 
Ultimamente però, ci sono ci sono state alcune sentenze emesse addirittura da giudici donne che seguono queste tesi:
 
Troppo brutta per essere stata stuprata: 22enne peruviana ritenuta troppo mascolina per attirare il desiderio maschile “nemmeno gli piaceva” –
Ancona, 2019.
 
Stupro senza aggravante se la vittima si è ubriacata: due 50enni invitano una giovane donna a cena, lei beve di sua volontà ubriacandosi e per questo non viene dato l’aggravante per lo stupro
– Torino, 2018.
 
Indossava il tanga, non è stupro: elemento di difesa dell’avvocato, accolto poi nella sentenza stabilendo insufficienza di prove contro lo stupro
– Irlanda, 2018.
 
Pena ridotta se lo stupro è completo: marito ubriaco obbliga la moglie a rapporti contro la sua volontà, ma i giudici gli danno ragione perché “assume rilevanza la qualità dell’atto compiuto più che la quantità di violenza fisica esercitata“.
Venezia, 2014.
 
– Se la vittima indossa slip contenitivi non è stupro: il procuratore ha considerato impossibile un rapporto sessuale non consenziente se la vittima usa gli slip contenitivi.
Inghilterra, 2013.
 
Se il violentatore non raggiunge l’orgasmo non c’è stupro: numerose studentesse della University of Southern California hanno confessato che alcune denunce di stupro effettuate nel campus sono state volontariamente ignorate dai vertici dell’Istituto, poiché il presunto stupratore non ha avuto un orgasmo durante la penetrazione, essendo troppo ubriaco, non si può parlare di reato.
California, 2013. 
 
– Condannata dopo lo stupro subìto perché colpevole di avere avuto rapporti extra-matrimoniali. Donna norvegese di 24 anni aveva denunciato lo stupro di un collega, ma era stata fermata e rischiava 16 mesi di carcere per rapporti sessuali extra-matrimoniali, poi rilasciata grazie all’intervento dei diplomatici norvegesi.
Dubai, 2013.
 
– Sconto di pena al terzo violentatore: ha solo “consumato” e non costretto.
Tre uomini contro una diciottenne. Durante una violenza di gruppo viene riconosciuto uno sconto di pena a chi non abbia partecipato a indurre la vittima a soggiacere alle richieste sessuali del gruppo, ma si sia semplicemente limitato a consumare l’atto.
Reggio Calabria, 2012.
 
Se non sei vergine lo stupro subìto è meno grave: giovane quattordicenne cresciuta in un ambiente socialmente degradato e difficile, avendo già avuto altri rapporti sessuali, avrebbe riportato meno danni dallo stupro subìto dal patrigno di 40 anni.
 
I giudici quindi hanno considerato giusto che al violentatore fossero riconosciute le attenuanti per la “minore gravità del fatto“.
Roma, 2006.
 
Lo stupro non esiste se indossi i jeans: i jeans sarebbero impossibili da sfilare in caso violenza sessuale, quindi la ragazza deve averlo fatto consensualmente. Roma,1999.
 
I casi sono tanti e durante i processi non mancano domande assurde come quello che ha interessato la giudice Maria del Carmen Molina Mansilla, donna, che chiese in aula di una ragazza vittima di ripetuti stupri in famiglia se avesse provato almeno a serrare le gambe e i genitali per impedire la violenza.
 
 
 

Le sentenze sessiste rispecchiano la mentalità maschilista

 
E oltre allo stupro ci sono state anche le ultime sentenze di femminicidio:  “delusione d’amore” per giustificare atti così riprovevoli o “tempesta emotiva” come attenuante, ottenendo addirittura un dimezzamento della pena in appello,  fortunatamente poi respinto in Cassazione.
 
Sentenze a dir poco vergognose che rispecchiano una mentalità maschilista e becera dove la donna, in quanto tale, è colpevole.
 
In Italia, in Europa e nel resto del mondo, la violenza sulle donne continua, gli stupri si susseguono brutalmente e le legislature dei vari Paesi non sono, evidentemente, ancora concepite per tutelare davvero la donna e stabilire giuste pene per chi si macchia di un crimine così odioso e terribile.
 
Tutto questo è scandaloso, ma lo è ancora di più il fatto che spesso è proprio nei tribunali che assistiamo ad ulteriori umiliazioni delle vittime di violenza.
 
Ci vogliono pene più dure e meno attenuanti.
 
E soprattutto, bisogna cambiare questa mentalità, insegnare il rispetto e il diritto alla libertà per le donne.
 
 
 
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